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N.B. Alla pagina 7 del libro della nostra storia trovate indicato lo Ski Club Torino come primo italiano, eravamo infatti convinti di essere buoni secondi.
A seguito di ricerche ed accertamenti la F.I.S.I. ha riconosciuto ufficialmente lo Ski Club Ponte Nossa come sci club pioniere d'Italia, più antico quindi anche dello Ski Club Torino. Il riconoscimento è stato ufficializzato in occasione di Skipass 2002 a Modena.
Siamo onorati di tale riconoscimento e vogliamo rendere partecipi della nostra gioia anche i lettori di questo volumetto.

di Paolo Arzano
Cento anni per lo Sci Club Ponte Nossa non costituiscono un traguardo ma piuttosto un ulteriore trampolino di lancio per nuove affermazioni e per una filosofia di vita e dell'agonismo che è stata tramandata dai pionieri - primo fra tutti Francesco Perolari e raccolta come fosse una specie di sacro testimone di una staffetta che non ha tempo né età per i suoi attuali dirigenti e i suoi giovani.
Perolari e altri con lui non hanno saputo soltanto essere soldati d'avventura, con quei primi ski che indossavano ai piedi e con i quali percorsero chilometri di scalate partecipando a marce e a discese, ma anche furono maestri di educazione, sposandosi benissimo lo sci con lo spirito della montagna, per cui ancora oggi, nel duemila, di fronte agli incredibili ingaggi dei calcio che si riflettono, sia pure in misura assai minore, anche in troppe società dilettantistiche, ci si accontenta di una semplice coppa dopo aver tagliato il traguardo: e le regole di De Coubertin sono impresse nella mente dei ragazzi che corrono, magari inconsapevolmente, perché a quelle si attennero Perolari, Alfredo Ceretti, e poi via via tutti gli altri che ne seguirono le orme e l'esempio.
Se il calcio in Italia lo hanno importato dagli inglesi (la primo società fu fondata a Genova) a introdurre il football in Bergamasca furono gli svizzeri membri di quella rigogliosa progenie di industriali che indubbiamente contribuì in maniera determinante allo sviluppo della città e della provincia.
Lo sci (allora si chiamava ski) venne pubblicizzato su una rivista norvegese che capitò tra le mani di Francesco Perolari e dei suo inseparabile amico Alfredo Ceretti, compagni di gite alpine, allora entrambi impiegati nel Cotonificio Bergamasco di Ponte Nossa in Valle Seriana. La prima apparizione degli sci in Italia (ed è l'unica parentela con il calcio) fu nell'inverno dei 1896/­97 per iniziativa dell'ingegner Adoifi Kind che dalla vicina Svizzera, appunto, si era fatto portare due paia di quei famosi pattini da neve di cui aveva letto nel libro di Nansen e li aveva fatti provare a un gruppo di audaci in Piemonte, al Parco Valentino e sulle colline torinesi.

Lo sci alpinismo ha origini molto antiche: una accreditata enciclopedia lo fa risalire nientemeno che al 2500 ca a.C., perché un paio di esemplari furono ritrovati nel nord della peniso­la scandinava. Storia o leggenda è cer­to che convenzionalmente plurimi testi indicano nel 1893 la nascita dello sci alpino. Inteso come vera e propria pratica sportiva, viene fatta coincidere con l'uscita alle stampe, nel 1923, di un famoso libro "Alpinisme Hivernal” dello svizzero Marcel Kurz nativo di Neuchatel dove oggi ha sede la fondazione che porta Il suo nome.    

Quando i Primi sciatori si avventurano alla Cantoniera i valligiani li osservavano stupiti e attoniti, pronosticando che qualcuno presto si sarebbe rotto il collo filando via su quegli stretti legni in mezzo alla neve che nascondeva anche qualche ghiacciato risvolto.
Siamo all'inizio dei secolo delle grandi trasformazioni. In Italia si apre, a partire dal 1901, il decennio giolittiano di molte aperture democratiche e sociali, due anni dopo morirà Papa Leone XIII a cui succederà Pio X.
Non voglio raccontare la storia del­lo Sci Club Ponte Nossa perché mi af­fido alla prosa scarna, non retorica, ma estremamente efficace di Francesco Perolari, di Gianni Carobblo, di testimoni come i fratelli Lanfranchi, di Franco Rho, di Aurelio Locati, due colleghi quest'ultimi particolarmente versati nella specifica disciplina. A ricordare Francesco Perolari ci hanno pensato Antonio Piccardi e Gianbattista Cortinovis, in articoli comparsi nell'Annuario dei Cai nel 1967.
Non ho altro da aggiungere. Posso io, giornalista dei calcio (a cinque anni però sapevo sciare in quel di Limone Piemonte) essere orgoglioso di una pubblicazione come questa? Sì, e la ragione è semplice: è stata descritta la vita, lo sport, la solidarietà, lo sci, l'alpinismo così come è apparsa, anno per anno, ai suoi protagonisti. C'erano ieri, ci sono oggi e domani
Dagli appunti di Francesco Perolari...

Lo ski in bergamasca nacque nell'inverno 1900/1901 e ne furono i primi cultori il sottoscritto ed il suo Indimenticabile amico Alfredo Cretti, compagni inseparabili di gite alpine, allora impiegati presso il Cotonificio Bergamasco di Ponte Nossa.
Essi avevano avuto sentore di assicelle di legno da mettere ai piedi ... con le quali si camminava e si scivolava molto bene sulla neve. le prime due paia di sci arrivarono Ponte Nossa per noi direttamente da Kristiana (Oslo) con una spesa di 32 corone. Ecco le prime descrizioni "sono molto forti ed hanno una scanalatura centrale che non so spiegarmi a cosa possa servire.... portano sulla punta un timbro a fuoco -Hansen- che è il nome della ditta che ce li ha spediti. Per fermarli ai piedi vi è un cinturino che passa nel legno e tiene fissata la punta delle scarpe... la casa Hansen ha unito al pacco un catalogo sul quale è illustrato un altro fermapiedi che sembra più pratico, si chiama Fischer"
Le prime nevi dell'autunno 1900 vedevano í due principianti sui campi della Cantoniera della Presolana, tra le mie memorie leggo ”abbiamo provato e riprovato tutto il giorno... alla sera io sono stanco morto... all'entusiasmo si alterna la sfiducia ma Cretti sentenzia che è tutta questione di pazienza e di costanza"
Il 1° gennaio del 1901 venne raggiunta per la prima volta con gli ski la cima del Vaccaro. Cinque ore e tre quarti di salita, è stata necessaria tutta la forza di persuasione di Cretti per indurmi a non mollare, ma poi sulla cima ci accolse una grande calma, un sole stupendo e poi a discesa a largi zig zag offrì un divertimento Incomparabile.
L'inverno 1901/1902 portò i primi proseliti... che costituirono lo ski club Ponte Nossa, lo ski Club svolse ben presto una notevole attività con gite e traversate, fra i pionieri più attivi ricordo: i tre fratelli Gussoni Bortolo Mombelloni, Egidio Ferrario Giuseppe Micheletti, Giovanni Terzi, Renzo Rossi, Eugenio Rossi, F Bachi, Luigi Ghilardi, Canova Keiler, Milesi.

  Copia del libro disponibile presso lo sci club